venerdì 30 aprile 2010

Delirio #10

Ho pagato cento euro
il burocrate col saio
perchè mi possa liberare
dalle perversioni e dalle manie
che mi bussano sul cranio
perchè io sono debole
perchè ho commesso peccato

Fanculo

Alle tue analisi pseudologiche
Al tuo affronto senza rispetto
e allo stupore nel riscoprirti
un animale non poi tanto perfetto

Meglio Darwin
che almeno ha tentato di consolarmi
pur puntandomi in faccia una pistola
senza riempirsi la bocca all'infinito
di facili slogan da applauso predefinito

Smacchia la mia rabbia se ci riesci
Fai splendere la mia anima più della concorrenza
Rendimi libero dall'arbitrio e schiavo dei preconcetti

Confeziona il prodotto
poi via sul mercato

Che tu sia lodato!
Che tu sia lodato!

martedì 27 aprile 2010

Delirio #9

Lena è piena
della cantilena che inscena
e si sente un verme
che l'autostrada attraversa inerme

L'asfalto frigge
la sua schiena fiera
che finge e non regge
l'ardore che c'era

Attende l'auto giusta
che la schiacci senza preavviso
e metta fine alla festa mesta
che le strappa solo un finto sorriso

Striscia sembrando sbadata
ma sta calcolando la traiettoria
della macchina e la sua sterzata
e questa lei la chiama vittoria

Delirio #8

Dammi carne da macello a buon mercato
per imbastire la cena perfetta
dove farò il discorso di congedo
dall'esercito dei consanguinei
e dai loro ricatti morali silenziosi

che mi fanno sempre sentire
come prossimo alla fucilazione

Voglio disertare il mio codice genetico
e diventare un mercenario
che si svende per un sogno impossibile
in cambio del primitivo bisogno primario
di difendere il proprio branco a priori
anche se da sempre se ne sente fuori

tu mi consideri in modo obbligato
sangue del tuo sangue fidato

sabato 24 aprile 2010

Delirio #7

Credo che un giorno o l'altro soffocherò
per colpa delle parole rimaste a metà
che raschiano l'esofago
e che non vogliono uscire fuori
ma non vogliono neanche restare dentro
ed andare in fondo
perchè sanno benissimo
che non saprei come digerirle

venerdì 23 aprile 2010

Delirio #6

Voglio stuprare il tuo senso estetico
e piegarlo al mio volere
così da farti piacere tutto
senza farti mai davvero godere
voglio eccitare il tuo senso dell'orrore
così che l'audience si possa rizzare
e nel bel mezzo della prima serata
in faccia poterti eiaculare

Delirio #5

Questo è un ultimatum alla nostra anima
che s'è nascosta per l'orrore
di doversi prostituire per l'ennesima volta
nel bordello quotidiano
fatto di buone maniere vomitate dall'alto
e quando guardo in alto il sole mi acceca
e quando guardo in basso sono sporco
di tutti i "per favore" e i "come va"
che incrostano la mia pelle
come tatuaggi del bon ton assassino
che uccidono quel poco che era rimasto
di ancora genuino

Delirio #4

I serial killer cercano la felicità
tanto quanto lo spettatore televisivo
che smitraglia con lo zapping
con la voglia di bucherellarsi il cervello
ma non c'è nessuna legge che ci tuteli
dalla nostra masochistica voglia
di puntarci la canna della pistola catodica alla tempia
ed è più semplice puntare il dito contro il mostro
piuttosto che ammettere di essere colpevoli
del più mostruoso dei crimini mai concepito

giovedì 22 aprile 2010

L'amore è una stronza(ta)

Fin da piccoli Ken e Barbie ci hanno insegnato che un uomo deve necessariamente stare con una donna.
Non ce l'hanno insegnato i nostri genitori. No. Perchè anche loro da piccoli giocavano con le bambole a fare le storie d'amore. Quindi quello che ci hanno detto è solo una copia della copia di una canzone che s'è incantata su un giradischi di generazione in generazione.
Come facevano gli uomini primitivi? Probabilmente si annusavano e basta, dopodichè scopavano se l'odore del partner restituiva una buona sensazione cerebrale.
Adesso no. Ci complichiamo la vita. E Barbie deve avere il vestitino sexy e Ken deve avere i pettorali pompati e la macchina sportiva.
Poi c'è il corteggiamento, dove nessuno capisce un cazzo ma entrambi sembrano felici.
E si finisce a parlare di quanti buchi ci sono per strada. O di quanto è aumentato il PIL quest'anno.
Ed in questi discorsi senza senso ogni tanto appaiono dei sottotitoli invisibili. Ed ogni tanto riesci a leggerne degli spezzoni, e questo ti rassicura. E ti eccita. Ti stimola ad essere sempre più complesso.
Parli di quante probabilità ci siano di trovare due fiocchi di neve uguali. Di quanto ti dispiaccia per il buco nell'ozono, quando in realtà vorresti solo toccarle le tette. Ma è brutto ammetterlo. Quindi ti gingilli con delle seghe mentali da premio nobel. E quasi quasi ci credi anche tu di essere immacolato come un campo innevato senza impronte.
E ti senti così puro. Fresco. Rinato.
Quando in realtà vorresti solo annusarla per vedere se ti viene voglia di scoparla.
Siamo il sottoprodotto delle fabbriche di giocattoli.
I nostri sentimenti sono stati analizzati da esperti di marketing. E dove i grafici hanno tracciato un'impennata è stata appiccicata sopra una banconota da miliardi di euro, o di dollari, o di yen.
Evoluzione.
Il cervello. Quelli si che si è evoluto. Ma quello che vuole è sempre la stessa cosa.
E non c'è niente di poetico. Niente di magico. Vogliamo solo sputare veleno contro la nostra vittima, per tramortirla a colpi di stronzate da baci perugina. Fino a metterla KO con la fatidica frase "Ti amo", che non andrebbe mai pronunciata senza la presenza di un notaio. Uno di quelli che certifichi l'autenticità dei sentimenti.
Ma questo notaio non esiste. E le parole sono solo parole. E non ci capiremo mai.
E cercheremo solamente di scimmiottare le scenette plasticose che da piccoli facevamo con Barbie e Ken. Nei minimi dettagli. E quello che abbiamo dentro ci serve solo ad elaborare seghe mentali sempre più raffinate, che facciano da contorno al piatto forte della casa: la nostra faccia da cazzo. Tutto confluisce sul volto. Sugli occhi. La bocca. E ti ritrovi a pilotare con un joystick ogni minima espressione facciale. Cercando di vincere una partita senza senso.
Guai ad ammettere il contrario.
Guai ad ammettere che il campo innevato dove pensavamo si trovasse il nostro cuore è in realtà una discarica piena di rifiuti accumulati nel tempo.
Piena d'odio e rabbia da filtrare in modo che risultino accettabili agli altri e a noi stessi.
E ci ritroviamo con certezze riciclate che in fondo puzzano di merda.
Ma sul joystick schiacciamo una sequenza di tasti che abbozzano un sorriso, e per quanto possa sembrare assurdo funziona.
E ce ne stiamo li con le nostre espressioni tirate. In un lifting facciale delle cose che nascondiamo per sentirci più forti.
Poi ti capita di abbassare la guardia un secondo e tutto va a puttane.
E per un secondo parli veramente. Stando zitto.
E la discarica viene a galla.
Ed i rifiuti che tentavi a tutti i costi di nascondere riflettono i suoi.
Tutte le ansie e le paure.
E chi se ne frega se puzzano.
Non ha importanza.
Poi il secondo finisce.
E riprendi il joystick.
E ricominci dal primo livello.
Con le budella rimescolate.
Sperando che il botox regga ancora per un po'.

sabato 17 aprile 2010

Delirio #3

Quando diventerò Re
ti sbatterò al muro
e ti fucilerò
di parole mai dette per timore di sembrare patetico
ma ora sono solo un suddito della parte marcia del mio cervello
che mi obbliga ad immaginare come sarebbe stato
ma un giorno diventerò Re
e tu sarai contro quel muro
e con gli occhi mi implorerai di non parlare
ed io non parlerò
non per farti piacere
ma perchè in fondo tutto questo mi fa godere

venerdì 16 aprile 2010

Delirio #2

Siamo dei kamikaze in giacca e cravatta
che hanno svenduto la propria vita
per un posto in prima fila
all'olocausto patinato
ed aspettiamo che ci dicano
che quest'anno il giubbotto di C4 si abbina bene ai jeans a vita bassa
per farci finalmente esplodere
senza fare troppo rumore

giovedì 15 aprile 2010

Delirio #1

Le conseguenze rimandate all'infinito
corrispondono alla voglia di gridare
che da quando sono stato concepito
impedisci alla mia mente di cadere
nel più dolce degli orrori ad orario continuato

lunedì 12 aprile 2010

Vorrei vomitare alcune parole sul tavolo

Vorrei vomitare alcune parole sul tavolo.
Parole che compongono frasi che non si dovrebbero mai dire, se non in presenza di un avvocato.
Almeno lui potrebbe difenderti e chiedere l'infermità mentale, che dopotutto è meglio della prigione.
-Vostro onore, ma guardatelo!- gli basterebbe dire. Ed il giudice scrollerebbe le spalle e picchierebbe il martelletto su quel coso dove si battono i martelli nei tribunali alla fine di una sentenza. Quel coso.
Quel coso è il posto perfetto dove rifugiarsi perchè nessuno conosce il suo nome ma tutti ci battono il martello sopra.
E' un coso utile che se ne sta li, ed ha visto passare gente disperata. Mostri. Gente innocente. E non ha potuto fare nulla per aiutare nessuno, nemmeno se stesso.
L'unica cosa che gli è sempre riuscita bene è rimanere li a prendere colpi su colpi. All'infinito.
Intanto la gente continuava a passargli vicino senza nemmeno accorgersi di quanto fosse fondamentale il rumore che faceva il martello quando si scontrava su di lui.
Poi arriva il giorno in cui quel coso si rompe e viene sostituito. E l'ultimo rumore da lui prodotto è lo scontro sul fondo dell'immenso bidone della spazzatura all'angolo della strada.
E anche li ne passa di gente.
Ed ogni tanto qualcuno butta dentro qualcosa che si scontra contro quel coso, per sancire la fine di chissà quale altra sentenza.

domenica 11 aprile 2010

Sesso, bugie e computer grafica

Le tattiche da usare sono poche e semplici.
C'è anche gente che ha scritto dei manuali ma diciamo che sono abbastanza costosi.
Dunque rimango io, il vostro unico ed efficace passepartout per le mutandine di ogni età e ceto sociale.
Non voglio illudervi quindi ve lo dico subito: dovete prenderle molto alla larga.
Voglio dire che un "hai il ciclo? No? Quindi potremmo scopare!" non è la migliore delle frasi per intavolare una sana e placida conversazione con una donna.
Cosa rimane dunque? Rimangono tutte le cose che avete visto in tv o al cinema che alla fine hanno davvero funzionato per il protagonista del film.
I film sono scritti da persone proprio come me e te. Si basano su esperienze di vita comuni. Sentimenti intramontabili.
Se a Jack è bastato un "Ti fidi di me?" per riuscir a far appannare i vetri di un'auto insieme a Rose, perchè non dovrebbe funzionare anche con voi? E' matematicamente impossibile, fidatevi.
Se siete dei cultori del cinepanettone forse la situazione si complica un pochino, ma chi può esserne certo? Tentar non nuoce, e nemmeno uno schiaffone dopo aver detto "Aoh, che zinne!" nuocerà più di tanto al vostro orgoglioso alzabandiera.
Lui ne capisce ancor meno di voi di donne, infatti torna a cuccia anche se gli date da mangiare sempre con la stessa mano tutti i cazzo di giorni.
Siete voi che volete fare il salto di qualità, non lui.
E' il vostro cervello che vede una donna e pensa che si, lei è quella giusta. Oh si, lei.
Le sinapsi si mettono in moto e ve la sparate in vena, lei, l'eroina dei fumetti mentali che vi create nel tempo libero.
C'è la versione in cui è un idraulica che viene a casa vostra per aggiustarvi le tubature.
Quella in cui è una suora. Un classico direi.
Poi quella in cui vi picchia fino a farvi rimpiangere di essere nato. La mia preferita. Ma sono gusti personali, intendiamoci.
Ecco, forse cose un po' datate come Happy Days possono risultare inefficaci. Il fatto che Fonzie conquisti tutte con un "Hey!" è la più grossa bugia che la tv ci abbia detto. E comunque anche la comparsa dell''AIDS ha contribuito a rendere praticamente surreali al giorno d'oggi molte delle scene di quel telefilm.
Attenzione all'effetto "Moccia 3MSC". La vostra preda potrebbe non capire un cazzo di quello che le state dicendo. Se invece capisce forse è il caso di levarvela dalla testa se non volete andare in prigione. Brutti pedofili del cazzo!
Se la preda è una mamma ruspante un po' in la con gli anni, o una nonna, allora potreste puntare tutto sul fascino di Humphrey Bogart in Casablanca. Certo, voi siete brutti e senza un minimo di fascino, lo so, ma cercate di usare un po' la fantasia. Se vi accorgete di non avere un briciolo di immaginazione allora vi consiglio di andarci proprio fisicamente a Casablanca, ma per un altro motivo. Questa nel settore la chiamano "diversificazione della strategia di marketing". Chi si accontenta gode, no?
Se invece è una delle tante che sono state affascinate dagli ultimi prodigi della computer grafica in stile Avatar c'è una sola cosa da fare: andate da James Cameron e gli chiedete un favore da duecento milioni di dollari. Poi prendete la preda e la portate a casa vostra. Le fate indossare gli occhialini in 3-D e poi vi tirate giù i pantaloni davanti a lei. State pur certi che vi dirà "Io ti vedo!", con tanto di bava alla bocca.

giovedì 8 aprile 2010

Ho preso a pugni un uovo di pasqua

Sono dentro un'ambulanza.
Mi stanno portando all'ospedale perchè ho preso a pugni un uovo di pasqua.
Volevo fare il figo ed ho detto a mia mamma di farsi da parte, perchè l'avrei rotto con un pugno secco e deciso.
Carico un montante, il più fedelmente possibile a quelli che ho sempre visto al cinema.
"Funzionerà" mi dico tra me e me, e intanto il pugno taglia l'aria ed io immagino per un attimo di essere in groppa al mio braccio, come se fosse una ferrari che sfreccia a tutta velocità in pista, con i tifosi che applaudono e il paesaggio che scorre sfocato ai lati.
E poi, la monoposto va dritta dritta contro le protezioni.
L'uovo non si spacca.
Mi guardo intorno visibilmente imbarazzato. Mia madre guarda l'uovo e poi me. Indica la mia mano. E' piena di sangue.
-Figlio mio! Che hai fatto!- grida lei, scegliendo il più patetico dei toni di voce che avesse mai sentito nelle soap opera trasmesse all'ora di pranzo.
-Niente mamma- dico io, e già mi sento illuminato. La mano pulsa ed il sangue si sta espandendo velocemente su tutto il braccio.
Lei mi viene incontro con gli occhi lucidi tentando di aiutarmi ma io la fermo col braccio pulito e le dico che non deve, perchè me lo merito, perchè sto scontando una pena per tutti. Le uova di solito si rompono facilmente, ma questa no, era durissima come un mattone. E dev'esserci un motivo nascosto, ne sono sicuro, le dico.
-Sotto un cielo come questo e in una giornata come questa tantissimi anni fa' un uomo di nome Gesù veniva ucciso per i nostri peccati. Dio ha voluto che io provassi dolore proprio in questo momento, in circostanze misteriose, per farmi capire...- dico io, e già mi sento la persona più sensibile dell'universo.
Poi svengo.
In realtà non mi ricordo nulla di quello che è successo. Me l'ha raccontato mia mamma in ambulanza, proprio ora, mentre mi stanno trasportando all'ospedale.
E l'unica cosa sensata che mi viene in mente è: "Gesù, ma chi cazzo te l'ha fatto fare?"

giovedì 1 aprile 2010

La televisione fa da sottofondo alle cose che non abbiamo da dirci

La televisione fa da sottofondo alle cose che non abbiamo da dirci.
Si sentono solo le nostre bocche mangiare in fretta, perchè tanto non è mai contato molto il gusto che hanno le cose.
Ma se prendessi una pistola e te la puntassi alla tempia, saresti ancora così interessato a quanti figli aveva Napoleone?
Neanche lo vincessi tu quel cazzo di milione.
E proprio mentre sto armando il cane col pollice tu mi dici fermati, sono tuo padre.
Guerre Stellari è un film sopravvalutato, rispondo io. Un po' come il rapporto padre-figlio.
E allora tu giochi il jolly e mi dici che sono stato adottato ma io non la bevo.
Stessi occhi, stesso naso, stessi capelli, stesso broncio.
Alzi la mano chi non si è mai sentito a disagio guardandosi allo specchio?
Hai finito di riflettere il mio dna e portartelo in giro come se fossimo una cosa sola.
Adesso ti crivello di proiettili, specchio delle mie fottute brame.
In tv il ciccione continua a tentare di far vincere il concorrente ma poi si accorge di noi e mi urla di fermarmi, non posso farlo, assolutamente.
Allora gli punto la pistola addosso e gli dico che è tutta colpa sua. Del suo fare gentile. Del suo aspetto rassicurante.
-Che cazzo dici?- risponde lui dallo studio.
Il pubblico esplode in un boato.
Ha detto la parola con la C! Ha detto la parola con la C!
-Calma signori- dice il ciccione visibilmente imbarazzato.
Dico al ciccione che ora lo ammazzo così almeno daranno la colpa a me e lui vivrà nell'eternità come un eroe.
No, mi dice lui. Poi schiocca le dita e all'improvviso la domanda non è più sui figli di Napoleone.
-Signori c'è una domanda bonus!- dice asciugandosi il sudore con un fazzolettino.
La domanda è: "Sono o non sono il più grande conduttore televisivo della storia nonostante mi sia scappata la parola con la C?"
Le possibilità non sono quattro ma due. Si o No.
Il pubblico rumoreggia. Il concorrente non sa che rispondere.
-La risposta è che ora morirai- gli dico.
Premo il grilletto e la tv si spegne.
Le nostre bocche masticando fanno da sottofondo alle cose che non abbiamo da dirci.