lunedì 12 aprile 2010

Vorrei vomitare alcune parole sul tavolo

Vorrei vomitare alcune parole sul tavolo.
Parole che compongono frasi che non si dovrebbero mai dire, se non in presenza di un avvocato.
Almeno lui potrebbe difenderti e chiedere l'infermità mentale, che dopotutto è meglio della prigione.
-Vostro onore, ma guardatelo!- gli basterebbe dire. Ed il giudice scrollerebbe le spalle e picchierebbe il martelletto su quel coso dove si battono i martelli nei tribunali alla fine di una sentenza. Quel coso.
Quel coso è il posto perfetto dove rifugiarsi perchè nessuno conosce il suo nome ma tutti ci battono il martello sopra.
E' un coso utile che se ne sta li, ed ha visto passare gente disperata. Mostri. Gente innocente. E non ha potuto fare nulla per aiutare nessuno, nemmeno se stesso.
L'unica cosa che gli è sempre riuscita bene è rimanere li a prendere colpi su colpi. All'infinito.
Intanto la gente continuava a passargli vicino senza nemmeno accorgersi di quanto fosse fondamentale il rumore che faceva il martello quando si scontrava su di lui.
Poi arriva il giorno in cui quel coso si rompe e viene sostituito. E l'ultimo rumore da lui prodotto è lo scontro sul fondo dell'immenso bidone della spazzatura all'angolo della strada.
E anche li ne passa di gente.
Ed ogni tanto qualcuno butta dentro qualcosa che si scontra contro quel coso, per sancire la fine di chissà quale altra sentenza.

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